Approfondimento, condanna per Franco Libergolis. Dunque, la quinta sezione penale della Cassazione nella serata di martedì scorso, rigettando i ricorsi difensivi ha confermato le condanne – da 3 anni e mezzo sino all’ergastolo per 3 imputati – inflitte a 8 garganici dalla corte d’assise d’appello di Bari lo scorso 15 luglio 2010, che aveva a sua volta ratificato quasi integralmente il verdetto della Corte d’Assise di Foggia del 7 marzo 2009. La sentenza della Cassazione rappresenta l’ultimo passaggio, atto della maxi-inchiesta sulla mafia garganica della DDA e dei carabinieri, contrassegnata dal blitz operato il 23 giugno 2004 con 99 ordinanze di custodia cautelare e con l’emersione di 107 imputati: 46 le condanne al termine dei diversi processi per reati dall’omicidio alla droga, dalla mafia alle armi ed estorsioni (fonte: GdM). Ergastolo confermato per Franco Libergolis, 33 anni, di Manfredonia detto “calcarul”, ex ricercato nella lista dei primi 10 latitanti in Italia, dell’omonima famiglia coinvolta dal 1978 nella lotta contro i rivali montanari Alfieri/Primosa (complessivamente 35 gli omicidi in 33 anni di rivalità). I cinque giudici della V sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Amato, è andata dunque al di là delle richieste del procuratore generale, che avevo chiesto il rigetto dei ricorsi, la conferema delle pene inflitte, con una sola eccezione: la condanna di Franco Libergolis all’ergastolo, limitamente all’accusa di essere il mandante dell’omicidio di Matteo Mangini, giovane sipontino ammazzato sotto i portici di via Gargano, rione Monticchio, la sera del 2 settembre 2001. Secondo il procuratore generale (fonte: GdM) le motivazioni della condanna su questo capo d’imputazione non erano convincenti: da qui l’annullamento (con conferma dei 30 anni inflitti a Libergolis per gli altri reati di mafia, armi, droga ed estorsione) e ordinata la celebrazione di un nuovo processo d’appello. Di diverso parere la Corte d’Appello con la conferma del carcere a vita per Franco Libergolis. Il collegio difensivo (avv.ti Innocenza Starace, Francesco Santangelo, Ettore Censano, Franco Metta, Carlo Mari, Michele Guerra, Giovanni Arico’ e Giulia Buongiorno) in arringhe proseguite fino alle ore 4 di martedì pomeriggio ha chiesto alla Suprema Corte d’annullare il verdetto d’appello e ordinare la celebrazione di un nuovo processo: secondo i legali l’inchiesta poggia “quasi esclusivamente” su intercettazioni spesso prive di riscontri e che avrebbero lasciato dubbi sulla loro esecuzione. (Fonte: GdM).
Redazione Stato
peccato che in tutto questo chi a pagato sono solo l’oro,mi domando e’ i l’oro famigliari chi li a eliminati”’
l’oro inteso come metallo prezioso?
a pagato???
a eliminati???
no pensare ai miei errori , penzi a questa giustizia ingiusta,se farebbero il loro dovere no basterebbe il carcere di fg
La giustizia punisce i colpevoli, alcuni vengono presi, altri no. Ma di certo quello per cui sono stati condannati l’hanno fatto, e questo basta.
puniscono chi vogliono l’oro,sanno bene chi sono altri da punire e’ no lo fanno,questa e giustizia””’
Con un ergastolo sulle spalle a quella età la vita si chiude.
La miglior cosa da fare sarebbe quella di pentirsi e aiutare gli inquirenti a far luce su tante cose che tu Michele dici.
Ma il pentimento più grande deve essere fatto dinnanzi a DIO.
giusto libero,sarebbe la cosa giusta pentirsi e dare luce di tutto cio’,sinceramente no penso che li crederanno,,altrimenti i penitenziari italiani no basterebbero,complimenti ai r……ci sono riusciti,
giusto,dovrebbero pentirsi anche l’infami,e no cacarsi sotto.e poter continuare i loro sporchi affari.dicono che sono dio e pataterno, e poi si cacano sotto di finire in galera,e decidono di fare i cantanti, auguri x il 45giri e uscito bene questa volta