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Quando Mussolini “creò” la prima comunità gay-friendly alle Tremiti

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
3 Gennaio 2018
Cultura // Isole Tremiti //

Manfredonia, 3 gennaio 2018. Ci sono storie, troppo spesso dimenticate, che dovrebbero essere ripescate dal passato in cui sono imprigionate e raccontate. Storie che avrebbero ancora oggi tanto da insegnare, storie che riguardano le nostre radici ma che, purtroppo, sono state spazzate via.

Tra queste, c’è la storia dei catanesi confinati sull’isola di San Domino, nell’arcipelago delle Tremiti. In un’epoca in cui i nazionalismi tornano a rabbuiare i dialoghi politici, in cui il motto “Mussolini ha fatto anche cose buone” è imperante sulle bocche di coloro che non sanno cosa significhi vivere per davvero in un totalitarismo, questo è un racconto che dovrebbe aprire gli occhi e le menti. Quasi ottanta anni fa l’isola al largo dell’Adriatico fu trasformato in un vero e proprio carcere: San Domino divenne la prigione di 45 uomini sospettati di essere omosessuali. Uomini cacciati via dalla loro casa, dalle loro famiglie, spediti in una terra remota da un prefetto di polizia che, come attestato dal lavoro di due ricercatori della BBC, Gianfranco Goretti e Tommaso Giartosi, era deciso a mettere fine al “propagarsi di questa degenerazione”. Egli scriveva: «Abbiamo notato che molti balli, spiagge e luoghi nelle montagne accolgono molti di questi uomini malati, e che giovani di tutte le classi sociali cercano la loro compagnia».

Correva l’anno 1938, in pieno Fascismo

Ma perché questi uomini vennero mandati a 600 chilometri lontano da casa? Correva l’anno 1938, in pieno Fascismo. Quando qualche anno prima, nel 1927 V anno dell’Era Fascista, venne promulgato il Codice Rocco, ci fu un lungo dibattito sull’introduzione di una normativa che punisse gli omosessuali. Le leggi razziali della Germania di Hitler avevano già provveduto in tal senso, mandando migliaia e migliaia di omosessuali sospettati o dichiarati nei campi di concentramento. In Italia invece questo non accadde mai, ma non di certo per un atteggiamento di accettazione o apertura mentale. Mussolini era un dittatore che curava particolarmente l’aspetto propagandistico e l’immagine, quella sua e del paese. Schiere di intellettuali ed esperti, come Gabriele D’Annunzio o Marinetti, promulgarono la figura dell’uomo vincente, forte, padrone, creando così la cultura dell’uomo virile da opporre a quella tipicamente dandy che inondò tutta Europa fino a quel momento.

Mussolini divenne un’icona, il simbolo dell’uomo perfetto, e tutti gli uomini italiani dovevano diventare come lui. Questa sorta di religione dell’immagine influenzò così tanto la società da cambiare anche la legge sulle pene per gli omosessuali: inserire una normativa del genere nel codice significava ammettere l’esistenza degli omosessuali nella società italiana, riconoscere la comunità gay come vera cultura e non come un semplice vizio di pochi individui isolati.

ISOLE TREMITI (PH ANTONIO TROIANO)
ISOLE TREMITI (PH ANTONIO TROIANO)

Quei 45 uomini siciliani divennero vittime di quella mentalità politica…

Così, quei 45 uomini siciliani divennero vittime di quella mentalità politica che voleva a tutti costi cancellare la loro esistenza mandandoli al confino. Essi giunsero in manette ̶ come raccontano le testimonianze ̶ e vennero sistemati in spartani dormitori, costretti a vivere in condizioni di vita durissime, senza acqua e elettricità. Li chiamavano “le bimbe”, erano continuamente vigilati dalla polizia e avevano il coprifuoco. Dopo un po’ di tempo, però, pare che gli isolani si abituarono alla presenza dei confinati sull’isola, e che le loro condizioni non divennero più così disagiate. Cominciarono a integrarsi alla vita, a trovare lavoro, ma soprattutto a vivere liberamente la propria sessualità. Come testimoniò qualche anno fa Giuseppe B., uno dei pochi sopravvissuti: «A quel tempo se eri una ‘femmenella’ non potevi nemmeno uscire di casa, farti notare, la polizia ti avrebbe arrestato. Invece sull’isola festeggiavamo il giorno dei nostri onomastici o l’arrivo di qualcuno nuovo… Facevamo teatro e potevamo vestirci da donne e nessuno diceva niente.»

Così, Mussolini creò (inconsapevolmente) la prima comunità gay friendly d’Italia, un angolo di paradiso dove il regime carcerario si trasformò in un luogo di accettazione e modernità. Sembra impossibile immaginarsi un posto del genere in pieno fascismo, eppure è una storia vera. Una storia ricordata oggi da una semplice targa, ma che nessuno racconta più. Quando, nel 1939, i confinati lasciarono l’isola perché richiesti urgentemente al fronte, piansero tutti. Alcuni di loro vennero poi deportarti nelle prigioni politiche, ma quella di San Domino resta l’unico caso di carcere destinato esclusivamente ad omosessuali.

Questa “favola” a pochi chilometri dal promontorio del Gargano è più moderna e aperta di tanti tristi casi di omofobia che continuano ad accadere oggi, anche nel nostro territorio. La storia può insegnarci tanto, se solo imparassimo ad ascoltarla.

A cura di Carmen Palma
Redazione StatoQuotidiano.it

7 commenti su "Quando Mussolini “creò” la prima comunità gay-friendly alle Tremiti"

  1. Considerando lo spessore e la propensione a delinquere della classe politica rimpiango Mussolini.

  2. Mussolini è come quel famoso cardinale di cui parlava il poeta Belli:

    “è morto un cardinale
    che ha fatto bene e male:
    il mal l’ha fatto bene
    e il ben l’ha fatto male”.

  3. L’articolo merita un bel voto. Comunque, gli ignoranti, che in Italia abbondano, esprimono giudizi infondati. Mussolini, e il regime da lui creato, ha iniziato con un omicidio ed è finito con la strage degli innocenti (ebrei e vittime di una guerra criminale).

  4. Sino al 1935/36 il regime fascista ebbe il consenso di quasi tutti gli italiani! Le opere del fascismo furono grandiose! E’ vero, Mussolini era un dittatore e il fascismo ha rovinato l’Italia, ha mandato al macello centinaia di migliaia di giovani ha lasciato lutti e macerre. In quanto a omicidi e stragi, rileggetevi tutta la storia d’italia anche quella dal 1943 ad oggi.
    La storia del fascismo è terminata il 25 luglio del 1943 e con piazzale Loreto si è chiuso il cerchio. Piuttosto che perdere tempo con la tastiera molti farebbero bene a leggere libri di storia….nonostante i libri spesso vengono scritti dai vincitori.. rimandendo in tema consiglio la visione di uno stupendo film di Ettore Scoladel 1977 “Una giornata particolare”.

    https://www.youtube.com/watch?v=NsyMfYYbq10

  5. Oggi sono liberamente accettate o permesse le manifestazioni del Gay-Pride che invece non dovrebbero essere. Perché non sono dimostrazioni positive ma al contrario diseducative e ridicole. Abbruttiscono il popolo e le sue istituzioni quindi da abolire. Ognuno è libero di vivere la propria sessualità ma non di portarla in piazza! Vietare queste manifestazioni! Saluti!

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