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Reti idriche, Aqp, Merryl Lynch e ‘sinking fund’

AUTORE:
Girolamo Romussi
PUBBLICATO IL:
20 Novembre 2009
Editoriali //

frinkcorporation2vig-sinkingfundBari – NELL’AMBITO di una indagine della procura di Bari sui prodotti derivati sottoscritti dalla Regione Puglia nel 2003-2004 con Merrill Lynch per fare fronte al debito della Sanità, la Guardia di finanza ha eseguito il sequestro preventivo della rata che la Regione versa nel sinking fund e come differenziale dello swap (circa 30 milioni di euro) e di sequestro per equivalente del profitto sui beni patrimoniali degli istituti di credito internazionali fino all’importo di euro 73.282.449,29. Il sequestro è stato eseguito dal nucleo di polizia trbutaria nell’imminenza della scadenza del versamento semestrale della rata (6 febbraio) in esecuzione del provvedimento del gip di Bari (disposto su richiesta della Procura del 29 dic 2009).

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Le indagini fanno riferimento all’operazione finanziaria sottoscritta dalla Regione Puglia con Merrill Lynch international per ristrutturare il debito tramite il collocamento negli anni 2003-2004 sul mercato internazionale di obbligazioni regionali (Bond) per 870 milioni di euro. A carico dei rappresentanti degli istituti bancari che hanno partecipato all’operazione viene contestato il reato di truffa aggravata ai danni di un ente pubblico «per violazione degli obblighi di comportarsi con diligenza, correttezza e professionalità nonchè‚ di informare compiutamente il cliente sulle operazioni finanziarie proposte».

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Secondo la procura, in particolare sarebbe «stata attestata una falsa convenienza economica dell’operazione finanziaria che ad oggi ha prodotto un danno alla Regione, rispetto ad un analogo finanziamento della Cassa depositi e prestiti, di circa 70 milioni euro». Sarebbero stati, inoltre «taciuti i costi occulti dell’operazione, in particolare sullo swap il cui mispricing ha comportato un danno per l’ente di circa 24 milioni di euro». Secondo l’accusa, le informazioni che Merrill Lynch avrebbe dovuto offrire ai funzionari della Regione e all’assessore al bilancio pro-tempore assumevano particolare rilevanza in quanto i contratti erano redatti in inglese (lingua non conosciuta dai rappresentanti regionali) e senza che fosse allegata una traduzione italiana giurata». Merryll Lynch avrebbe inoltre consigliato alla Regione Puglia di farsi assistere da studi legali di comprovata fama internazionale omettendo però di comunicare che gli stessi avevano con essa rapporti professionali duraturi (fonte: GazzettaMezzogiorno).

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ORE 13:10 – INTERDETTO RAPPRESENTANTE MERRILL LYNCH
Per il rappresentante della MerrillLynch, Daniele Borrega, è stata disposta dalla Procura di Bari la misura interdittiva del divieto di esercitare l’attività di promotore finanziario e del divieto di ricoprire uffici direttivi e di rappresentanza di istituti bancari e/o di imprese di promozione finanziaria per due mesi. Per Merrill Lynch, inoltre, è stata richiesta la misura interdittiva del divieto di stipulare contratti con la pubblica amministrazione per due anni. Agli istituti bancari Merrill Lynch International, con sede a Londra e a Milano, e Dexia-Crediop spa, con sede a Roma, sono stati contestati come persone giuridiche illeciti amministrativi per non aver, prima della commissione dei fatti ascritti alle persone fisiche, adottato e attuato modelli organizzativi idonei a prevenire il verificarsi dei reati. Sugli esiti delle indagini, riferisce la Procura di Bari, è stata preventivamente informata la Banca d’Italia che ha fornito la collaborazione sul piano tecnico richiesta dall’autorità giudiziaria. In ogni caso, la Regione Puglia continuer a pagare gli interessi ai bondisti e il provvedimento di sequestro non inciderà sulla restituzione del capitale alla scadenza ai sottoscrittori.

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I DETTAGLI DELL’INCHIESTA – Secondo quanto accertato dalla procura di Bari, in seguito ad una complessa situazione finanziaria dovuta in particolar modo al debito della sanità, la Regione Puglia (nella precedente amministrazione guidata da Raffaele Fitto) aveva concordato con la Merrill Lynch International di ristrutturare il debito tramite il collocamento negli anni 2003-2004 sul mercato internazionale di Bond per 870 milioni di euro. L’operazione finanziaria prevedeva la stipula di un ‘interest rate swap’ con il duplice effetto di trasformare le emissioni obbligazionarie della Regione Puglia da tasso variabile a tasso fisso, e il rimborso del capitale da modalità bullet (rimborso in unica soluzione a scadenza) a amortizing (restituzione della quota capitale a quote costanti). Le quote capitale vengono versate in un conto indisponibile per la Regione Puglia (sinking fund) detenuto all’estero e il capitale viene investito a discrezione di Merrill Lynch in un paniere di titoli concordato. Il rendimento prodotto dal sinking fund va a Merrill Lynch (salvo rischio default del titolo che grava sulla Regione) la quale dovrà restituire al termine del periodo (febbraio 2023) il capitale versato dalla Regione (870 milioni di euro). Per la restituzione del capitale è stata stipulata una garanzia con una società controllata di Merrill Lynch (M.L.& co Inc.) con sede in Delaware.

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LA VICENDA: partita nel 2003 ma solo oggi tornata alla ribalta. E’ la storia del prestito obbligazionario, da 250 milioni di euro, erogato dalla banca americana Merryl Lynch all’Acquedotto Pugliese (Aqp); un prestito sotto le attente analisi della Procura di Bari, nella persona del procuratore capo, il magistrato Antonio Laudati, a causa di un’anomalia nel cosiddetto ‘sinking fund’: il fondo attivato dalla banca americana per far rimborsare, dallo stesso Acquedotto, il credito ottenuto. Un fondo che si sarebbe rivelato, per gli inquirenti, non altro che “un mero gioco d’azzardo con le finanze pubbliche pugliesi (fonte: Sole24ore) “. L’istituto di credito americano  avrebbe potuto usare infatti i fondi erogati dall’ente idrico pugliese per investirli in titoli azionari. Ma volendo fare un pò di chiarezza: nel 2004, l’allora amministratore unico di Aqp, l’imprenditore Francesco Divella, sottoscrive con la Merryl Lynch un pacchetto finanziario per il prestito di 250 milioni di euro finalizzati ad una ristrutturazione di tutta la rete idrica della Puglia, della Campania ma anche dellaBasilicata. Dopo la sottoscrizione del prestito, Aqp si sarebbe impegnata a restituire l’intera somma alla banca americana entro un termine di 14 anni (2018); la restituzione in danaro sarebbe stata stabilita fra le parti tramite un versamento semestrale, da parte dell’Aqp, di circa 18 milioni di euro. Ma l’anomalia nascerebbe dal fatto che  la Merryl, invece di usare il fondo (sinking fund) come un consueto salvadanaio di valuta, per il deposito dei 18 milioni a scadenza semestrale della Aqp, l’avrebbe utilizzato invece per successivi investimenti in titoli General Motors, Ford e Chrysler. Il rischio ? Nel caso di fallimento o bancarotta di uno di questi colossi finanziari, “lo stesso sarebbe accaduto anche per l’ente pugliese”. Il governatore attuale della Regione Puglia Nichi Vendola (di recente comunicatore ‘contrariato’ (eufemismo) per la recente voto del Senato sull’articolo 15 del decreto legge 135, inerente la riforma dei servizi pubblici locali, che modifica ed integra l´art. 23 – bis del 2008, che ha in un certo senso liberalizzato il settore a favore dei privati) definì l’operazione ‘fund fallace’, portata innanzi dalla Merryl Lynch, come “una vera speculazione sulla pelle dei pugliesi”. Ma le cose si sono complicate maggiormente quando nell’aprile 2009 la Giunta regionale della Puglia ha denunciato un prestito obbligazionario da 860 mln, stipulato con la Merryl nel 2003 e con scadenza nel 2023, attraverso nuovamente lo stumento del sinking fund (i soldi accantonati nel fondo della Regione Puglia per risanare il debito, vengono reinvestiti “a discrezione della banca” in titoli di Stato, ma anche bancari). Uno strumento simile pertanto a quello che la stessa Regione svilupperà con la Merryl l’anno successivo (2004: da 250 milioni di euro con scadenza come detto nel 2018). Un mese dopo la denuncia (25 maggio 2009) Aqp e Merryl si sarebbero incontrate e sedute ad un tavolo per rinegoziare i termini del prestito. Dal fondo ‘sinking’ sarebbero stati eliminati i titoli tossici dei colossi d’auto Gm, Ford e Chrysler, per inserire unicamente dei titoli di Stato. Unico particolare, e non da poco: al momento della rinegoziazione del prestito il sinking era comunque (già) in perdita. Per la ricostituzione del fondo bancario tanto l’ente idrico pugliese quanto la Merryl Lynch si sarebbero impegnate nel versamento di 13 milioni l’una (Aqp) ed una somma “decisamente maggiore” l’altra (50 mln – banca Usa). La ricostituzione del fondo, se reale, era stata fatta “a vantaggio” dello stesso Acquedotto pugliese. L’insieme dei titoli (di Stato, bancari, di imprese di elettronica) sul quale la Merryl poteva investire in modo “libero ed arbitrario”, facendo leva sui fondi erogati dall’Aqp, era infatti “potenzialmente a rischio”. Solo la ricostituzione del fondo avrebbe evitato pertanto conseguenze finanziarie “peggiori”. Nell’immediato la Procura di Bari ha attuato una prima fase di “indagini conoscitive” (fonte: Sole24ore), alla quale dovrebbero seguire degli sviluppi. In ogni modo, non risultano allo stato attuale delle procedure nè reati indirizzati (di qualsiasi tipo), nè iscrizioni nel registro degli indagati della Procura.

(immagine tratta da www.scripophily.com)

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