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Manfredonia, mancato gettito Ici e revisione Patto di Stabilità. Prencipe: freno agli investimenti

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
20 Novembre 2009
Manfredonia //

antonioprencipeManfredonia – RESTITUZIONE del gettito Ici sulla prima casa e revisione del Patto di Stabilità. Anche il Comune di Manfredonia, come gli altri associati della Capitanata e del resto dello Stivale, a sostegno di  una possibile manifestazione a livello nazionale, promossa dalla Anci, per richiedere la restituzione di una somma pari presumibilmente ad 1,2 mld di euro. I primi cittadini dello Stivale sarebbero disposti anche a rompere i rapporti istituzionali con il Governo Centrale, disertando la Conferenza unificata. Sergio Chiamparino, presidente dell’Associazione comuni italiani, reduce dall’incontro di Roma con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, “per trovare soluzioni ai problemi contabili dei Comuni”, avrebbe constatato la totale assenza di dialogo da parte dello ministero nazionale. Le rimostranze dei comuni anche in seguito alle proteste dei rappresentanti delle giunte provinciali che “dopo quattro mesi di rottura delle relazioni istituzionali” sarebbero riusciti ad ottenere le “dovute risorse”. Si ricorda che ai primi di novembre era stata data la notizia di un rimborso Ici ai comuni italiani di 600 milioni di euro. La somma fa riferimento alla restituzione delle cifre relative ai fabbricati ex rurali. La stretta ai requisiti per l’esenzione Ici agli immobili rurali “prometteva” infatti ai comuni, per il 2009, un gettito di 820 milioni di euro. I trasferimenti statali ai sindaci dello Stivale sarebbero  stati tagliati dalla stessa cifra. In realtà le nuove regole per i fabbricati rurali hanno fatto emergere un extragettito intorno ai 70 milioni di euro; il resto si è quindi tradotto in un buco nei conti delle stesse amministrazioni. Con il decreto approvato dal Governo ad inizio novembre si sarebbe promesso ai comuni un rimborso pari all’80% del buco determinato dal taglio del trasferimento, dunque 600 milioni. La restante quota del 20% (sugli 820 mln) dovrebbe essere restituita alle amministrazioni nel corso del 2010. Da parte delle singole amministrazioni ci sarà però l’impegno di inviare al Viminale la nuova certificazione del mancato gettito, in base al quale potranno ottenere il saldo. Per la revisione del patto di stabilità, su Stato, lo scorso 10 novembre, era stata data la notizia degli oltre 27 (27.949) milioni relativi agli investimenti dell’amministrazione di Foggia, giunta Mongelli, “libera” in un certo senso nello sviluppo dei propri piani interni, ma vincolata alle quote prestabilite dallo stesso Patto. Un patto da rispettare: pena un rapido peggioramento dei saldi di finanza pubblica interni (il Patto di Stabilità e crescita (Psc) è un accordo stipulato dai paesi membri dell’Unione Europea, inerente il controllo delle rispettive politiche di bilancio, per mantenere stabili i requisiti di adesione alla cosiddetta ‘Eurozona’, vale a dire l’Unione Economica e Monetaria). Un calo moderato, quello della Giunta foggiana, se si considera che nella graduatoria stilata sono stati considerati in linea, con gli investimenti fatti nel 2008, i comuni che si sono attestati nell’anno in corso ad un quota pari al 90%. Foggia, come detto, ha raggiunto, il 65,2%. “Maglie nere” invece per Agrigento (24,8) Ragusa (39,2) e Perugia (43,1) le città con i disavanzi maggiori negli investimenti dell’ultimo biennio.Nonostante i criteri adottati, i meccanismi del Patto di Stabilità continuano pertanto a suscitare le critiche di organi statali (con funzioni giuridiche, amministrative), come ad esempio alla Corte dei Conti, che avrebbe chiesto un pronunciamento alla Consulta sulla “legittimità costituzionale” dello stesso accordo stipulato dai paesi dell’Unione, poi determinatosi come Psi (interno). La richiesta alla Consulta di un vaglio sulla “legittimità costituzionale” del Patto giunse a pochi giorni dall’incontro fra singole amministrazioni e il Governo centrale, in attesa della nuova Finanziaria. Per diversi comuni, “a prescindere dai soldi realmente in cassa”,  il Patto aveva  iniziato già a bloccare i pagamenti per i mesi di giugno e luglio: solo grazie agli interventi del decreto anticrisi 2009, del ministro Tremonti, un prezioso 4% dei soldi “in parcheggio”, per le amministrazioni, sarebbe stato sbloccato.Le criticità maggiori per i comuni si manifesteranno in ogni modo nel corso dei prossimi mesi: per tutti i casi di mancato rispetto ai vincoli del Psi, la legge richiederà un miglioramento dei saldi interni pari al 48% nel 2009, con il picco del 165% nel triennio successivo.Il problema principale resterà quello di comprendere quali amministrazioni vivano realmente una situazione di “tranquillità finanziaria apparente”, e dunque di “rispetto” allo stesso Psi: quello che andrà stabilito è se i “dividendi sostanziosi” delle amministrazioni locali giungano dal sostegno, o meno, di società partecipate** (così costringendo le stesse Giunte a fare dei salti mortali per portare il bilancio in pareggio) o se invece siano il frutto di una conduzione non oculata fra entrate e spese annuali (che determina al contrario una situazione di più rapido ripristino interno).Sempre in riferimento al rispetto dei vincoli del Psi, a luglio di quest’anno la Conferenza Stato-Città italiana aveva dato il via libera ai premi per gli enti virtuosi, vale a dire per le amministrazioni locali che avevano rispettato il Psi nel 2008, così centrando i parametri indicati dalla legge di riferimento. I benefici – una torta di poco più di 170 milioni di euro – furono indirizzati a circa 1.400 comuni. Oltre il caso della Giunta comunale di Milano, “beneficiata” con circa 7milioni di euro di premio, tutti i capoluoghi pugliesi, tranne Brindisi, rientrarono nell’elenco dei premiati. Tre con una cifra che superò il milione (Bari premiata con 1.786.000 euro, Taranto 1.378.069 e Lecce 1.128.926,00) per Foggia invece qualcosa come 600mila euro, per la precisione 595.628,00 euro. Ancora più nello specifico, solo Cerignola, nella provincia, non riuscì ad ottenere alcun riconoscimento in danaro. Premiata anche l’amministrazione di Manfredonia ( con circa 461mila euro), di San Severo, con poco più di 371mila euro, e Lucera premio per 264mila 803euro. Va tuttavia ricordato che i benefici in danaro per le amministrazioni derivano da criteri fissati nel nuovo patto di stabilità interno del 2009 , che ha infatti determinato dei prospetti di rilevazione del ”Monitoraggio semestrale per le Province e i Comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti”, in applicazione delle disposizioni di cui al comma 1 dell’articolo 9-bis del decreto legge 1° luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102.Con il nuovo meccanismo, il Governo ha deciso di premiare i comuni con i saldi in positivo tramite una somma pari al 70% de mancati risparmi delle amministrazioni cosiddette “in difetto” (su 1000 euro di obiettivi mancati 700 vanno nelle tasche del comune disciplinato). Peccato però, come fatto notare dall’economista del Sole, G. Trovati, che Palermo e Catania siano state premiate, e reclamizzate sui giornali come amministrazioni virtuose, grazie ai tributi mandati dallo Stato (per obiettivi mancati da grandi amministrazioni)  per contrastare le voragini nelle casse interne, sviluppatesi nel tempo.In base alle penalità stabilite, che restano in ogni caso: fissato un taglio del 30% nei compensi agli amministratori, oltre ai rischi (più elevati concretamente) per i precari legati alla stessa amministrazioni (tagliati definitivamente fuori da ogni ipotesi di stabilizzazione). Sarà quindi la spesa corrente a costituire il primo paletto da rispettare per i comuni, con un limite al 5% sotto il livello minimo registrato tra il 2005 e il 2007. L’assessore alle Opere Pubbliche di Manfredonia, Antonio Prencipe, ha commentato per Stato, dopo essere stato contattato: “E’ indubbio che tanto la mancata restituzione del gettito Ici sulla prima casa quanto i criteri del Patto di Stabilità vanno ad incidere nella gestione degli investimenti di una qualsiasi cittadina, anche una come Manfredonia, ritenuta in ogni modo “virtuosa” dagli stessi criteri stabiliti a livello nazionale. Solo un tavolo di concertazione fra le diverse parti potrebbe risanare la situazione – ha detto Prencipe – certo finora le garanzie dovute alle amministrazioni sono state ampiamente disattese”. A danno “di entrate perdute” che difficilmente potranno essere “recuperate nel breve”.

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