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Le opere ‘trafugate’ da San Leonardo di Siponto

AUTORE:
Agostino del Vecchio
PUBBLICATO IL:
23 Novembre 2009
Editoriali //

Manfredonia – CON il presente articolo, Stato ha deciso di pubblicare l’elenco, e le foto, dei reperti archeologici scomparsi dall’Abbazia dedicata al culto del Santo di Noblac. Questo per favorirne (si spera) il ritrovamento. Chiunque abbia notizie utili può contattare il numero in fondo.

ilCocifissoXIIsecoloIl Crocifisso del XVI secolo: La chiesa di San Leonardo, come scrisse nel suo libro “San Leonardo di Siponto” Don Silvestro Mastrobuoni, custodiva due Crocifissi. Quello famoso, risalente alla fine del XII secolo e un altro scolpito anch’esso in legno del XVI secolo, dove sia quest’ultima preziosa opera è un mistero. Certo è che la Chiesa per anni è stata “profanata“ da pastori abruzzesi e molisani i quali hanno utilizzato i locali della stessa per le loro masserizie. Ci chiediamo se è mai possibile che un’opera così importante, sia scomparsa nel nulla. Perché il Crocifisso in parola, come si vede nella foto d’epoca nella Chiesa di San Leonardo, non fu recuperato e portato a Roma, come l’altro, per il restauro?

laCisterna La cisterna: avvicinandoci all’Abbazia, percorrendo il vialetto sul lato nord-ovest della Chiesa, c’è una cisterna, copia dell’originale formata da tre pannelli con bassorilievi trafugato la notte del 12 febbraio del 1989 raffiguranti nella formella centrale l’immagine di San Leonardo nelle vesti di un frate, in quella di sinistra lo stemma della famiglia Caetani, e nell’ultima di destra un non ben identificato stemma di famiglia (forse degli Altavilla). Essi, in realtà, costituivano tre lati decorati di una cisterna appoggiata al muro del recinto conventuale, proprio di fronte al famoso portale romanico ed accanto alla cappella gotica di San Leonardo, in un contesto ambientale profondamente alterato dai restauri degli anni 50. Infatti, la demolizione della cappella gotica e del tratto di muro di cinta per opera della Soprintendenza di Bari, isolò il pozzo in uno spazio aperto, ben diverso da quello confinato, simile ad un piccolo cortile, nel quale era stato originariamente scolpito. In questo diverso ambito, esso rappresentava, sino a pochi anni fa, l’ultima testimonianza artistica di un certo rilievo del periodo barocco in San Leonardo. Ben diversa sorte era, infatti, toccata alle altre opere coeve scomparse dalla chiesa in occasione dei medesimi restauri (altari, finestre, ed una piccola cappella cimiteriale dei Barberini) come dal convento (stemmi della famiglia Caetani sulle porte del corridoio grande).
Tutte opere legate a quella nuova e più felice fase della storia del convento passato nelle mani dei quattro rappresentanti della famiglia Caetani da Sermoneta, dopo quasi un secolo dalla morte dell’ultimo rappresentante dei Cavalieri Teutonici, periodo questo caratterizzato da una profonda crisi economica anche per l’incuria dei suoi amministratori.

ilbustodisanleonardoIl Busto di San Leonardo: la statua di San Leonardo in pietra di Monte, che sostituì l’originale lignea custodita dai Francescani nel convento di Santa Maria delle Grazie a Manfredonia, fu modellata sopra l’antico busto di San Leonardo. Fu rinvenuto mutilato e murato nelle fabbriche della stessa Chiesa durante il restauro del dopo guerra e Emile Bertaux afferma che provenisse dal portale. Questo busto che né da conferma Don Silvestro Mastrobuoni nel suo libro ”San Leonardo di Siponto” del 1960 fu portato a Santa Maria, dove si è persa ogni traccia.

Altri reperti: oltre ai reperti già citati e fortunatamente fotografati, nella chiesa erano custoditi altre reliquie ed opere, trafugate negli ultimi anni, delle quali purtroppo non è pervenuta alcuna testimonianza fotografica.
Si tratta di: una Acquasantiera in pietra bianca con annessa colonnina entrambe scolpite (trafugata la notte del 4 giugno 1989); una lapide tombale con la rappresentazione di un cavaliere teutonico; il busto di Santa Marina, che secondo quanto rilevato dal Mastrobuoni negli anni ’60 era stato custodito presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie, col passare del tempo è stato evidentemente trasferito ad altra sede senza che nessuno seguisse le sue tracce; del famoso Ferro di San Leonardo, di cui si è persa ogni traccia. A questo ferro conosciuto dai devoti come ”U firre de San Lunarde” (a forma di giogo) era legata un’antica cerimonia religiosa: i devoti entravano strisciando per terra le proprie lingue dalla soglia della porta fino all’altare; ad aspettarli all’altare del Santo, il frate di turno della chiesa che porgeva il ferro a ciascun penitente affinché lo stesso lo baciasse per l’espiazione dei propri peccati; poi il prelato recitava un’antica preghiera ”Beato San Leonardo–Libera me Domine”. A conclusione del rito, il religioso cingeva il collo del pellegrino con la reliquia affinché ricevesse l’assoluzione dei propri peccati.

Chiunque venga a conoscenza di uno dei reperti menzionati, è pregato di contattare le autorità preposte o il numero 347/6519076

(le immagini sotto tutte coperte da copyright assoluto degli autori)

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“Possiamo scoprire il significato della vita in tre diversi modi: 1. col compiere un proposito; 2. con lo sperimentare un valore; 3. con il soffrire.” VIKTOR EMIL FRANKL

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