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Dalla Carmen di Bizet a “Marcella” riparte la stagione lirica

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
15 Ottobre 2019
Eventi // Foggia //

“Continua il grande progetto culturale ed artistico che l’amministrazione comunale e l’assessorato alla cultura di Foggia hanno intrapreso oltre quattro anni fa, allorquando sembrava impossibile parlare di rinascita culturale e quando altre emergenze rischiavano di non lasciare spazio alla bellezza e all’arte”. In una nota l’assessore alla cultura Anna Paola Giuliani e il sindaco di Foggia Franco Landella annunciano la nuova stagione lirica che verrà presentata domani mattina in sala Fedora.

“Abbiamo raccolto la sfida- prosegue il comunicato-  lavorato con impegno, unito le forze e i talenti del territorio, chiamato in città i grandi protagonisti della scena internazionale e la comunità foggiana ci ha premiati con una partecipazione e un entusiasmo straordinari. Abbiamo voluto, condiviso e amato ogni evento, ogni concerto, ogni spettacolo, ogni incontro, dando vita, insieme, ad una città nuova in tutte le forme d’arte, i generi e i linguaggi hanno trovato casa, pubblico, spazio. In questo virtuoso percorso, l’opera, quella meravigliosa fusione di musica, parole, canto e fantasia, non poteva non avere un’attenzione privilegiata”.

Ecco, dunque, la stagione lirica “Foggia all’opera 2019”, con due titoli del grande repertorio operistico assenti da molto tempo, la Carmen di Bizet e il Rigoletto di Verdi, accostati ad una perla del repertorio giordaniano: Marcella.

“Questa amministrazione, nella consapevolezza che Giordano è il volano culturale che può portare il nome di Foggia nel mondo, ha riservato al grande operista un’attenzione speciale fin da subito. Dalla riscoperta di Giove a Pompei ai grandi titoli come Andrea Chénier e Fedora, dal Giordano in jazz agli spettacoli del Teatro ha classe, ogni manifestazione è diventata parte di una progettualità a lungo termine che ci porterà nei prossimi anni a rappresentare tutti i titoli di Umberto Giordano.

E col Maestro è rinato anche il teatro che porta il suo nome, ora epicentro di un movimento culturale che sta permeando l’intera comunità e polo di aggregazione, incontro, riflessione critica e crescita umana. Abbiamo bisogno di progetti che guardino in alto, abbiamo bisogno di credere nel nostro patrimonio culturale, nella nostra storia, nelle nostre tradizioni, in noi stessi: abbiamo bisogno di continuare a sognare”.

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