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Isola 16: “rinvenute 40mila tonnellate di rifiuti tossici e nocivi”

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
13 Aprile 2012
Manfredonia //

Il già segretario provinciale della Uil, ex dipendente Eni, Giuseppe Carbonara. Attualmente collaboratore del Comune per lo smaltimento dei rifiuti nell'Isola 16, area ex Enichem, in seguito alla denuncia partita nel dicembre 2008 (STATO@)
Manfredonia – OLTRE 40mila tonnellate di rifiuti tossici e nocivi (compreso il terreno di copertura) nell’area ex Enichem di Manfredonia (suolo di Monte Sant’Angelo): è quanto scoperto grazie alla denuncia/collaborazione di un ex dipendente Enichem, già sindacalista provinciale della Uil: Giuseppe Carbonara. A riferirlo, durante l’ultima seduta di consiglio (12.04.2012) il sindaco Angelo Riccardi. “Grazie alla collaborazione di Giuseppe Carbonara, verso il quale va tutta la mia stima – ha detto il sindaco – si è smascherata e messa in luce una passata attività della Syndial, società ENI (al tempo Società Chimica Dauna, ndR), con la presenza di rifiuti tossici e nocivi nell’Isola 16”, la cosiddetta Piscina Marchese, dal nome dell’ingegnere capo produzione del caprolattame (negli anni ‘70 – con dismissione produzione a fine anni ‘80). Il polo chimico Enichem di Manfredonia cominciò a sviluppare le sue produzioni nei primi del 1971. All’interno degli impianti vi si producevano soprattutto fertilizzanti e il caprolattame (i lattami sono prodotti organici: il caprolattame è utilizzato nella produzione del nylon), da cui si ricavano fibre sintetiche. I controlli sugli scarichi e sulla sicurezza degli impianti sono stati “cronicamente inadeguati” e gli incidenti con fughe di sostanze tossiche si susseguirono a cadenza quasi regolare. Il più grave, come risaputo, il 26 settembre 1976, quando un’esplosione all’impianto per la fabbricazione dell’urea provocò la fuoriuscita di una nube di anidride arseniosa (un gas contenente arsenico): nessun decesso diretto, ma le conseguenze si avvertirono negli anni, soprattutto tra gli ex dipendenti della ditta e la popolazione del territorio circostante. “Nel 1988 l’impianto dell’Enichem di Manfredonia terminò la produzione di caprolattame, dopo che i sistemi di smaltimento delle scorie furono sequestrati dalla magistratura di Otranto perché sospettati di causare una moria di delfini e tartarughe nel basso Adriatico. Il resto del polo chimico chiuse nel 1994″ (elaborazione da Focus.it ).

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La precedente denuncia di Carbonara durante un convegno nel dicembre 2008: “dove sono le istituzioni” Da ricordare che la scoperta dei rifiuti nell’Isola 16 segue un lungo percorso di denuncia e ricerche. Fu infatti lo stesso Carbonara a comunicare pubblicamente la notizia nel corso di uno storico convegno svoltosi a Manfredonia, dal titolo “Oltre la bonifica del sito Enichem – Sviluppo, crescita e tutela del territorio”, nelle giornate di martedì 2 e 3 dicembre 2008 presso il Regio hotel Manfredi. Nel corso del convegno Carbonara denunciò alle autorità comunali, provinciali e regionali (sponsor del convegno) che all’interno del sito ex Enichem, Isola 16, erano presenti dei “rifiuti nascosti e tumulati non visibili all’occhio umano, da passate attività della società chimica Dauna (ENI, ndR)”. Al tempo scalpore destarono le rimostranze di Carbonara contro le istituzioni per lo “scarso interesse mostrato” nel seguire i lavori di bonifica del sito “in quanto l’azienda da sola aveva continuato ad operare indisturbata”. Tuttavia la denuncia dell’ex sindacalista non fu mai presa in considerazione fino al corrente mandato del sindaco Riccardi, che a pochi mesi dall’arrivo a Palazzo San Domenico ha incontrato personalmente Carbonara, su richiesta dello stesso, sensibilizzando quanto scoperto nell’area ex Enichem.

Evidente l’incredulità del primo cittadino rispetto a quanto riferito da Carbonara. Più volte l’azienda (“tra i quali l’ingegnere Pascucci, responsabile dei siti in dimissione del Centro sud) avrebbe detto che sarebbe stato pronto a “denunciare” Carbonara per quanto reso noto. Con fatto avvenuto nel corso di una riunione nella stanza del gabinetto del sindaco. Nel tempo lo stesso Riccardi e Carbonara si sono recati presso l’Eni per “sensibilizzare l’amministratore delegato ing. Chiarini ad attivare delle ricerche strumentali per l’accertamento di quanto scoperto nella Isola 16”.

L'area dove è stata accertata la presenza di 40mila T di rifiuti tossici e nocivi, Isola 16, area ex Enichem (STATO@)
“L’ing. Chiarini – in base a quanto riferito – preso atto delle dichiarazioni di Carbonara invia una delegazione dell’azienda per fare dei sopralluoghi nel sito di Manfredonia (si ricorda che la stessa Isola 16 era stata già evacuata dai rifiuti tossici e nocivi con l’ausilio della Magistratura nella conduzione dei lavori da parte dell’ingegnere Laricchiuta, nel dicembre 2006. Per le discariche a, b,c, la quantità dei rifiuti smaltiti, dati ministero Ambiente, ammonterebbero a circa 193.030 tonnellate contro le 60mila tonnellate inizialmente previste a progetto. Si ricorda infatti che il Ministero dell’Ambiente aveva con questo risposto alla Commissione Europea che aveva aperto una procedura d’infrazione comunitaria contro l’Italia, 1998/4802 per i ritardi nello smaltimento dei rifiuti nelle discariche private, nel sito ex Enichem di Macchia – . La stessa Commissione ha in seguito comunicato alla Presidenza del consiglio nella riunione dl 06.04.2011 la decisione di archiviare la procedure di infrazione dopo l’ultimazione della bonifica. Si ripete si fa riferimento alla discariche private, per le pubbliche seguire il link).

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Dopo i sopralluoghi dell’azienda, alla presenza del dott. Moggiaro, dott. Carlo Mondella, Carbonara e il sindaco si evidenziò al tempo la zona di ricerca per la reperibilità dei rifiuti (luglio 2011). Lo studio di fattibilità viene dunque terminato nel novembre 2011, mentre i risultati finali sono stati consegnati nel febbraio 2012 (dall’azienda al sindaco di Manfredonia) e comunicati pubblicamente dall’azienda nella Conferenza dei servizi presso il Ministero dell’Ambiente in data 23.02.2012 (link). Cartella consegnata al sindaco.

Si fa dunque riferimento ad una discarica contenente rifiuti speciali tossici e nocivi ubicata nell’Isola 16 e celata sotto una piattaforma di cemento passata per “Pista Vigili del Fuoco”. E’ individuata come “discarica Marchesi” dal dirigente che ne curò il riempimento. Come riferito da fonti comunali, gli step condotti soltanto nell’agosto- settembre e nel novembre-dicembre 2011, hanno esposto “diffusa contaminazione di caprolattame” ed altro. Ad oggi si sarebbe ancora alla fase di “valutazione di un intervento integrativo” e della presentazione al Ministero di una richiesta di variante ai progetti presentati nel passato 2000.

Quantitativo dei rifiuti, da uno studio approssimativo, rientrerebbe nell’ordine delle 35/40mila tonnellate fra rifiuti tossici e nocivi, compreso il terreno di copertura: “rifiuti tutti rivenienti dalla lavorazione del caprolattame, codetolueniche e code benzoiche”. “Rifiuti, come altri della isola 16, che potrebbero essere smaltiti in inceneritori nazionali” (in passato i rifiuti dell’Isola 16 sarebbero stati smaltiti nella Fenice di Melfi e in altri siti nazionali).

Dopo l’accertamento, lo smaltimento. Ora la società Syndial ha chiesto una proroga al ministero dell’Ambiente per lo smaltimento dei rifiuti, con approvazione del relativo progetto di smaltimento. Il progetto dovrebbe essere approvato nella prossima Conferenza dei servizi con probabile convocazione in questo mese da parte del Ministero dell’Ambiente. Ad oggi i rifiuti asportati all’interno del sito delle isole 12,14, 17 sarebbero pari a 469.800 tonnellate di rifiuti, comprensive di terreno di copertura.

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g.defilippo@statoquotidiano.it

18 commenti su "Isola 16: “rinvenute 40mila tonnellate di rifiuti tossici e nocivi”"

  1. grande Giuseppe
    stai facendo luce su 30 anni oscuri della storia di manfredonia
    o scusate…
    su terreni di monte sant’angelo…
    HANNO ROVINATO LA NOSTRA COSTA
    VERGOGNATEVI

  2. e il signor carbonara si ricorda dopo trentanni di questi rifiuti, nn lo poteva denunciare prima questa situazione

  3. E’ sicuramente una vergogna immane.C’e da ribadire che però negli anni 70 Manfredonia accolse con entusiasmo il “benedetto” lavoro .Solo sparute schiere di persone della zona Macchia riferirono delle zone archeologiche e della loro sicura sparizione con l’Enichem.Al contrario di altri centri del Gargano (vedi Vieste)i politici di Foggia e Manfredonia svendettero la costa al progresso.

  4. Ed un politico di quegli anni profetizzò la realizzazione del petrolchimico anche in Piazza Duomo.

  5. peccato che Carbonara si dia deciso adesso di dire le cose come stanno!
    Mi chiedo e se possibile vorrei ricevere una sua risposta, come mai queste cose non le ha detto quando era dipendente sindacalista nella ex ENICHEM!!!

  6. Ma avete sempre da giudicare?
    Pensate sia semplice dire una cosa del genere?
    Ci vogliono tempi e modi giusti.
    L’unica cosa che a me dispiace e che la stessa Azienda che ha inquinato, ora sta bonificando con i soldi pubblici. E’ un paradosso!
    Quindi per la Syndial, ben vengano altre discariche nascoste, tanto si chiede la proroga al Ministero dell’Ambiente, si prendono altri bei soldoni e si sfrutta la precarietà dell’area manfredoniana.

  7. adesso bisogna che il sindaco si muova anche in direzione depuratore cittadino più volte denunciato.Quel depuratore è una vera vergogna sia come inquinamento ambientale (intendo qualità dell’aria) che marino.

  8. Semplicemente e tardi o forse c’è ancora una ipotesi di chiedere allo Stato Italiano i danni Patrimoniali passati e Futuri, per tutta quella generazione, che ha subito uno scippo e la faccia tosta di pochi che ne hanno goduto ? In quale ottica, ci si può pensare che aver ospitato una grande Industria del passato senza aver lasciato sul campo solo malattie e tantissime illusioni? L’Amministrazione si deve costituire parte Civile al Processo di logoramento di tutto il tessuto sociale e non ? Dobbiamo essere risarciti economicamente e moralmente, Svegliatevi , Consiglieri con la pancia piena, Amministratori fatevi valere se avete in corpo il senso Civico del DOVERE?

  9. peccato che siano stati tutti assolti .la sentenza disse che gli operai morirono non perche li mandarono a pulire senza protezione le cisterne dopo lo scoppio ma perche mangiarono troppi crostacei ecco a cosa era dovuto l ammoniaca trovata nel sangue dei nostri cari …defunti. vorrei vedere loro consumarsi come una candela proprio com e successo al mio amato babbo.ciao babbo….ti amo

  10. x va be
    ..non le ha dette prima perche’ in quel piatto ci ——- anche lui, quindi forse chiudendosi i rubinetti ha cambiato bandiera…

  11. x moglie di pescatore, nn preoccuparti, qua l’anno fatta franca, ma un domani devono dare conto a dio di queste stragi che hanno fatto

  12. Non dimemticatevi che oltre al danno la beffa perche la struttura è nel territorio di monte sant angelo.
    Come il grande centro commerciale
    E ai montanari non gli frega proprio niente di noi.

  13. ma certe situazioni perchè non venivano denunciate prima???e nessun altro sapeva cio?? ma p’favor

  14. bel tipo Carbonara fin quando si ciucciava latte dall’Enichem non cerano i tempi e i modi di denunciare certe cose adesso che non si ciuccia più ci sono sono tempi e modi. ma i tra i diritti che un sindacalista deve proteggere non è contemplato anche quello alla salute dei lavoratori?

  15. Sono d’accordo con la moglie del pescatore ed aggiungerei che la precedente amministrazione si è ritirata da parte civile per un piatto di lenticchie(o aragoste).L’attuale sindaco dice che non si può fare più nulla. E’ possibile formare un Comitato che ristabilisca la Verità sui crimini commessi ai danni della popolazione e degli operai mandati al macello,anche con il consenso del sindacato che chiuse gli occhi per “difendere il lavoro”?

  16. Caro Peppino se io fossi al posto tuo mi vergognerei cosi tanto da scappare via da manfredonia,invece no sei rimasto a Manfredonia,anzi adesso ti vorresti prendere anche il merito di questa bonifica pagata con soldi pubblici.Siete tutti uguali

  17. Caro pinucciocarbonara, 6…….come sempre, cosi’ quando volevi infilarti nel Comitato Cittadino contro l’Enichem, e fosti ignorato x questi motivi, di cui oggi vuoi farti paladino. Ti risparmio il giudizio e valutazioni mie e di tutti quelli che stavano in Piazza Duomo. Ti chiedo, che peso avrebbe avuto la LOTTA se questa tua CONFESSIONE fosse avvenuta 24 anni addietro????? Oggi saresti l’EROE.

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In ogni paese c’è una orrenda casa moderna. L’ha progettata un geometra, figlio del sindaco. (Dino Risi)

Anonimo

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