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Beni confiscati alla mafia. La villa di Siponto, il problema ipoteche: bilancio

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
2 Dicembre 2009
Manfredonia //
beni_confiscati (image by www.Liberaradio.it)
beni_confiscati (image by www.Liberaradio.it)

Roma – “STIAMO ottenendo un successo straordinario contro la mafia e la camorra, continueremo in questa direzione perché vogliamo vincere la guerra contro ogni forma di criminalità organizzata”. Lo ha dichiarato, lo scorso primo dicembre 2009, il vice capo della Polizia prefetto Nicola Izzo durante la conferenza sulle “Esperienze e le progettualità sui beni confiscati – Contributo dell’ Unione europea“, che si è tenuta a Bruxelles nella sala stampa di Palazzo Berlaymont. Tra gli interventi più rilevanti, oltre a quello dell’Autorità di Gestione del Programma operativo nazionale (Pon) “Sicurezza per lo Sviluppo – Obiettivo Convergenza 2007 – 2013”, quello del commissario alle Politiche regionali, Pawel Sameck, e quello del Commissario straordinario del Governo per la gestione e la destinazione dei beni confiscati alle organizzazioni criminali, Antonio Maruccia. La conferenza di questa mattina ha una rilevanza particolare perché l’Italia è l’unico Paese con una normativa specifica sui beni confiscati. L’Obiettivo che il Pon Sicurezza – affidato alla gestione del ministero dell’Interno – intende raggiungere, attraverso la linea di intervento nel settore, consiste nel recupero di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata con lo scopo di reinserirli nel circuito produttivo e legale attraverso azioni di ristrutturazione, bonifica e riconversione. L’Ue investira’ 64 milioni di euro, nel periodo 2007-2013, per aiutare ad utilizzare i beni sequestrati ai mafiosi. Il finanziamento dell’attuale programmazione Ue dei fondi segue un progetto pilota gia’ attuato che ha consentito di investire 11 mln di fondi europei per convertire 50 ex proprieta’ della mafia in attivita’ di natura economica e sociale. Va ricordato che in questi giorni è partito in Capitanata il progetto ‘Libera’. L’assessore all’Urbanistica del Comune di Foggia, Nicola Lo Muzio, ha raccolto ’invito rivolto dalla prima assemblea provinciale di “Libera” all’Amministrazione del capoluogo. “Nell’agosto scorso, il mio primo atto da assessore –continua lo Muzio- è stato l’acquisizione al patrimonio del Comune di Foggia di due beni immobili confiscati in applicazione della Legge Rognoni-La Torre. Sindaco e Giunta decisero la destinazione a fini sociali di quei due immobili e, quindi, dichiaro la mia totale disponibilità a organizzare un incontro pubblico per aprire un confronto sulla destinazione d’uso degli immobili confiscati sul territorio comunale». Si ricorda che “Simboli e risorse libere. Contesti e pratiche per l’uso sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata in Provincia di Foggia’ è il titolo del corso di formazione organizzato da Libera, Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie – Coordinamento Provinciale di Foggia e la Provincia di Foggia – assessorato alla Solidarietà e alle Politiche Sociali, in collaborazione con il Ce.Se.Vo.Ca. (Centro Servizi per il Volontariato di Capitanata). Il corso, programmato per orientare sui temi connessi alla legge n. 109/96 (’Disposizioni in materia di gestione e destinazione di beni sequestrati o confiscati’) ed alle pratiche d’uso sociale dei beni confiscati si propone di illustrare le opportunità di sviluppo sociale ed economico che l’uso dei beni confiscati può generare, insieme alla dimensione etica e simbolica; illustrare le modalità d’applicazione e gli strumenti di attuazione della legge sull’uso sociale dei patrimoni recuperati alla criminalità organizzata, in particolare a vantaggio delle organizzazioni di volontariato. Lo scorso venerdì 27 novembre Libera ha messo simbolicamente “in vendita” i beni confiscati alla criminalità organizzata: un’asta provocatoria organizzata da don Ciotti nella bottega della Legalità intitolata a Pio La Torre per lanciare un segnale alla politica, al Governo e al Parlamento contro l’emendamento alla legge finanziaria approvato in Senato che prevede la vendita dei beni confiscati che non si riescono a destinare entro 3 o 6 mesi. Uno stock di 15 beni, case e terreni appartenenti a clan e mafiosi che il battitore Enrico Fontana ha assegnato ai “finti” compratori che hanno esibito altrettanti soldi finti. Tra i beni in vendita anche i terreni ed il fabbricato confiscato a Monte San Giovanni (Fr) al cassiere della banda della Magliana, Enrico Nicoletti (oltre ad uno di Manfredonia di cui si riporta in basso )”Questi beni – ha detto Don Ciotti – rischiano di tornare in mano ai criminali e mafiosi che hanno la capacità e l’abilità di usare prestanome, società fittizie e stratagemmi per arrivare nuovamente a riappropriarsene”. “Il segnale dato alle mafie sulle intercettazioni – ha aggiunto – sullo scudo fiscale, sul comune di Fondi e  oggi con questo provvedimento, non è indifferente. Per questo – ha continuato – chiediamo con chiarezza alla politica di fermarsi a riflettere, di non usare scorciatoie e di non dimenticare quel principio per il quale, nel 1995, abbiamo raccolto milioni di firme per ottenere la confisca e l’uso sociale di questi beni”. “Sono qui per testimoniare l’impegno della regione contro la criminalita’ organizzata – ha detto l’assessore regionale alla Cultura Giulia Rodano, di Sinistra e Liberta’ – che anche nel Lazio e’ presente ed in modo crescente. Iniziative come questa servono a far crescere la cultura della legalita’, non a caso – ha continuato – la Regione ha intitolato a Peppino Impastato 5 biblioteche del Lazio, una per provincia, nelle quali si promuoveranno altre iniziative sulla legalita’ e sulla la lotta alle mafie”.

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