Manfredonia – IL BANDO, ovvero ‘l’individuazione del soggetto privato mediante selezione pubblica‘ a cui conferire Villa Rosa per la realizzazione di una residenza sanitaria assistenziale non è ancora possibile emetterlo dato che si attende il parere della Sovrintendenza ai beni culturali. Questa è la notizia apparsa in questi giorni dopo quasi un anno e mezzo di silenzio sulla vicenda. Poichè temo si stia correndo il rischio che “Villa Rosa” diventi semplicemente l’alibi, consapevole o meno, per giustificare il rinvio, l’oblio o comunque una non adeguata analisi, e conseguente operatività, a favore degli anziani soli e non autosufficienti a Manfredonia, nel presente e soprattutto nel futuro, mi permetto, in un’ottica (solo) di dare positivamente un contributo, di formulare alcune domande, alcune considerazioni e proposte. Domande: 1) perchè sono per lo più esponenti della maggioranza consiliare a porre interrogazioni ed interpellanze per avere informazioni attuali su Villa Rosa ? Non è un controsenso ed una anomalia, come se la mano destra non sapesse ciò che fa la sinistra ? 2) visto che la deliberazione di costituire una società privata mista con la Sangro-Invest ed il conferimento di Villa Rosa a tale società è stata presa oltre due anni fa, la consapevolezza della necessità del parere della Sovrintendenza ai beni culturali non avrebbe dovuto manifestarsi prima? La fretta ed altro non ha in questo caso reso un pò ciechi e controproducenti ? 3) la Sovrintendenza ai beni cultrali su cosa e per quali ragioni non esprime ancora un parere ? E’ sulla correttezza formale del bando o su un progetto di ristrutturazione edilizia di Villa Rosa ? Se sì, a chi, da chi e con quali costi e modalità è stato affidato l’incarico di progettazione ? Cosa prevede tale progetto ? E’ lo stesso di quello presentato dalla Sangro-Invest a suo tempo ? E’ conosciuto ed è stato discusso dal Consiglio comunale ? O in altre sedi ? Queste domande permettono di affermare che c’è sicuramente un limite ed una debolezza nel moto, parziale e burocratico, ristretto e chiuso, in cui si è voluto portare avanti la definizione del bando di selezione pubblica, non tenendo conto del grandissimo risultato, sostanzialmente ed obiettivamente unitario, raggiunto su “Villa Rosa”, dopo un dibattito profondo dentro e fuori il Consiglio Comunale. Perciò tale bando di selezione pubblica non era e non è un semplice atto burocratico/amministrativo, ma anche e soprattutto un atto politico su una questione sociale che, solo se affrontata in modo unitario e partecipato, poteva e può trovare una sicura e più adeguata soluzione, visto tra l’altro la comune sensibilità e la condivisione generale di tale problematica. Invece il C.d.A. della Anna Rizzi, tra l’altro in scadenza, nel giugno 2008 volle ancora una volta deliberare, a maggioranza, di costituire un gruppo di lavoro misto, composto da un rappresentante dell’Ipab e due funzionari del Comune, di cui uno nel ramo bando/appalti e l’altro dei servizi sociali, rifiutandosi di accettare che tale questione venisse affrontata in modo ampio e partecipato con la presenza anche di esponenti del consiglio comunale, di maggioranza e minoranza, e/o portata all’attenzione della competente commissione consiliare. Si è voluto procedere ancora una volta in modo chiuso e miope nelle segrete stanze, non tenendo conto, tra l’altro, che tale C.d.A. “Anna Rizzi” era in scadenza, tanto che il nuovo C.d.A. “Anna Rizzi” è stato nominato nel dicembre 2008 . Non solo. L’aspetto strabiliante, la vera grande novità che può rimettere totalmente in discussione quanto fin qui fatto o non fatto è che da febbraio 2009, con determinazione del dirigente servizi sistemi integrativi dei Servizi Sociali della Regione, regolarmente pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione Puglia, è stata approvata la trasformazione e fusione in azienda pubblica dei servizi alla persona, l’Asp “Smar” delle due ex Ipab operanti a Manfredonia (Anna Rizzi ed opere pie “Santa Maria della Stella”) e la loro cancellazione dal’elenco delle Ipab. Stranamente nessuno ne parla, eppure veramente la nascita delle Asp rappresenta una vera e propria rivoluzione del modo di fare servizi ed attività sociali, prefigura un nuovo Welfare regionale e locale su cui mi riprometto un approfondimento in una prossima analisi-riflessione specifica.
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6 Luglio 2024 - ore 13:56
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