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I principi della musicoterapia. La musica fa bene alla salute

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
14 Luglio 2021
Attualità //

La musica è un’arte dal fortissimo impatto terapeutico. In termini più chiari, ascoltare musica fa bene alla salute, al corpo e alla mente. Si tratta di una specie di frase fatta, ma in realtà gli effetti della musica sul corpo e sullo spirito sono comprovati.

In primo luogo, si può partire, ovviamente, dalla propria esperienza personale: ascoltare una canzone malinconica aiuta a sfogare e lasciar andare certe sensazioni di tristezza provate più o meno consapevolmente; altre volte, la musica riesce a dare la carica, risvegliando il potenziale di chi la ascolta; può far tornare il buonumore, può tenere compagnia; insomma, l’arte musicale sembra prestarsi a una molteplicità di usi ed effetti.

Proprio per questo, alle volte basta semplicemente caricare musica sul proprio dispositivo grazie a un convertitore YouTube to mp3 per poter sperimentare come la giusta colonna sonora riesca a cambiare l’umore durante una passeggiata, durante il lavoro o in altre occasioni.

La musicoterapia: musica per il proprio benessere

Dal proprio benessere personale, si può passare a una vera e propria forma di terapia complementare interamente basata sulla musica: la musicoterapia si propone infatti di accompagnare e influenzare molteplici ambiti, dal trattamento di alcune patologie o stati del corpo (tra cui la gravidanza) ad applicazioni più varie, tra cui quella scolastica (al fine di  formare studenti più equilibrati e maturi).

La musicoterapia: applicazioni in medicina

Sin dall’antichità era chiaro come la musica avesse delle proprietà benefiche sul corpo. Soltanto in tempi più recenti, tuttavia, sono state studiate le concrete applicazioni di queste proprietà in ambito medico. Se, da un lato, risulta ovvio che le proprietà calmanti di certe melodie si prestino bene alle terapie psichiatriche, soltanto oggi sono stati dimostrati concretamente gli effetti contro i sintomi della schizofrenia o della demenza.

Anche stati di amnesia e di afasia possono trovare una migliore espressione grazie alla musicoterapia: la musica, da sempre, dà voce a ricordi che stanno per essere dimenticati, o a sensazioni e stati d’animo che sembrano indecifrabili.

Infine, la musica si rivela un trattamento perfetto per controllare i sintomi dell’ansia e regolare la percezione del dolore di diversi pazienti. In breve, gli effetti della musicoterapia in campo prettamente medico sono dei più variegati e le applicazioni sono sempre più numerose.

La musicoterapia: applicazioni psicopedagogiche

Date le premesse, si può anche immagine un utilizzo più mirato della musicoterapia. Questa potrebbe essere applicata non per contenere i sintomi di alcuni mali, ma per favorire il benessere e la crescita dei bambini. In tal senso, è bene sottolineare come la musica sia in grado di sostenere e accompagnare lo sviluppo cognitivo, emotivo, sociale e linguistico di un bambino, che quindi dall’ascolto non potrà che trarre benefici. In questi casi, è bene orientarsi verso una forma di musicoterapia attiva, ossia basata non soltanto sull’ascolto, ma anche sulla produzione di suoni (tramite strumenti musicali, ad esempio).

Suonare con due mani stimola entrambi gli emisferi cerebrali, rendendo dunque più pronti nella lettura e nel riconoscimento delle parole. L’ascolto, d’altro canto, stimola la concentrazione e dunque la comprensione del testo riconosciuto. Un’applicazione congiunta di ascolto e produzione di melodie sembra dunque l’ideale per limitare i sintomi della dislessia e della disgrafia.

I trattamenti musicali possono inoltre favorire la consapevolezza del proprio corpo in caso di bambini affetti da sindrome di Down. Inoltre, si riscontrano benefici anche in caso di disturbi dello spettro autistico: questi possono essere difficili da gestire e possono condurre a reazioni non verbali anomale o a serie difficoltà nell’interazione con i coetanei. Anche nel loro caso, tuttavia, l’ascolto e la produzione musicale possono stimolare una più corretta comunicazione, più empatica. In questo modo, si garantisce una graduale apertura del bambino al mondo esterno, mediata, appunto, dalle armonie musicali.

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