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Morto il cardinale Carlo Maria Martini

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
31 Agosto 2012
Regione-Territorio //

Foto BIANCARDI/INFOPHOTO
Milano – DOPO l’aggravamento delle condizioni, E’ morto il cardinale Carlo Maria Martini. Lo comunica l’arcivescovo di Milano, Angelo Scola. Pochi istanti fa, dal cancello del collegio Aloisianum è uscito un anziano sacerdote, che non ha voluto rendere noto il proprio nome, e che però ha detto ai giornalisti che lo hanno avvicinato per chiedergli se sapesse qualcosa del Cardinale, “Martini è morto”. “Era un grande uomo – ha aggiunto l’anziano sacerdote – un grande studioso, ci ha lasciato tanti insegnamenti, era un uomo di Dio”. Poi si è allontanato in auto, come riportato dall’ANSA.

Napolitano: “Carlo Maria Martini ha saputo dialogare con gli italiani da grande maestro di vita intellettuale e morale” . “La scomparsa del Cardinale Carlo Maria Martini è una dolorosa, grave perdita non solo per la Chiesa e per il mondo cattolico ma per l’Italia, il paese di cui era figlio e cui ha dedicato tanta parte del suo impegno e del suo insegnamento”. Così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio ha reso omaggio alla sua figura e alla sua opera. “Nella metropoli lombarda – ha scritto il Capo dello Stato – ha lasciato l’impronta profonda della sua attività pastorale così ispirata e socialmente sensibile. La sua sapienza e la sua visione universale si sono proiettate nell’area più vasta della Cristianità e lungo i percorsi innovativi del dialogo inter-religioso. Anche negli ultimi anni di personale sofferenza ha saputo dialogare con gli italiani da grande maestro di vita intellettuale e morale. Personalmente – ha concluso il Presidente Napolitano – conservo incancellabile il ricordo dei numerosi incontri e colloqui che ebbi con lui, nella sede della Diocesi milanese, da Presidente della Camera e ancor più, da Ministro dell’Interno, soprattutto sui temi dell’immigrazione. Ne trassi ogni volta illuminate e concrete suggestioni”.

Profilo. Nato a Torino il 15 febbraio 1927, sviluppa sin da giovanissimo interessi biblici. Entrato nella Compagnia di Gesù nel 1944 all’età di 17 anni, compie gli studi presso l’Istituto Sociale di Torino e riceve l’ordine sacro il 13 luglio 1952.

Consegue il dottorato in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana nel 1958, con una tesi dal titolo Il problema storico della Risurrezione negli studi recenti. Prosegue gli studi in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico, dove nel 1962 gli viene assegnata la cattedra di critica testuale e il 29 settembre 1969 viene nominato rettore. Nel 1978 papa Paolo VI lo nomina invece rettore della Pontificia Università Gregoriana. Nella Quaresima dello stesso anno viene inoltre invitato dal papa a predicare il ritiro annuale in Vaticano.

Eletto arcivescovo di Milano il 29 dicembre 1979 da papa Giovanni Paolo II, viene da lui consacrato in San Pietro il 6 gennaio successivo; il 10 febbraio 1980 fa l’ingresso nella diocesi ambrosiana, succedendo al cardinale Giovanni Colombo. Nel novembre dello stesso anno avvia nella diocesi la pratica delle “Scuole della Parola”, ricalcate sulla Lectio divina, che insegnino a «leggere un testo biblico usato nella liturgia per gustarlo nella preghiera e applicarlo alla propria vita». Il 2 febbraio 1983 è creato cardinale con il titolo di Santa Cecilia da papa Giovanni Paolo II.

Nel 1986 diventa presidente Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d’Europa, carica che manterrà fino al 1993. Nel 1987 avvia nella diocesi l’iniziativa, conclusasi nel 2002, della Cattedra dei non credenti, occasione di incontro e di dialogo tra cristiani e non credenti, rivolta nelle intenzioni di Martini a tutti i “pensanti” senza distinzione di credo. Nel 1989 riceve la laurea honoris causa dalla Pontificia Università Salesiana per il suo programma pastorale sull’educazione, presentato nella lettera pastorale Educare ancora del 1988. Nel 2002 riceve una seconda laurea honoris causa, sempre in Scienze dell’Educazione, dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Massimo propulsore dell’ecumenismo tra le varie Chiese e confessioni cristiane da parte cattolica, sollecita a Milano la fondazione del Consiglio Ecumenico delle Chiese Cristiane. Al contempo promuove in maniera coraggiosa rispetto al magistero il dialogo tra Cristianesimo e ebraismo, segnando in materia una svolta non solo a Milano e in Italia, ma in Europa e in Occidente; in questo campo trova la piena collaborazione e adesione da parte di intellettuali come Paolo De Benedetti e il Rabbino Capo di Milano, Giuseppe Laras.

L’11 luglio 2002 vengono accettate dal papa le dimissioni per sopraggiunti limiti di età, presentate secondo le norme del Codice di diritto canonico al compimento dei 75 anni. Diventato arcivescovo emerito di Milano (gli succede il cardinale Dionigi Tettamanzi), fino alla fine del 2007 vive prevalentemente a Gerusalemme, dove riprende gli studi biblici. In quanto cardinale elettore, partecipa al conclave del 2005, che elegge papa il cardinale Joseph Ratzinger (papa Benedetto XVI). In tale occasione, viene indicato dai media come uno dei “papabili” sostenuto dall’ala più progressista del collegio cardinalizio. In realtà, secondo il resoconto più puntuale di quel conclave, fornito da un cardinale anonimo e raccolto dal vaticanista Lucio Brunelli, Martini avrebbe ottenuto meno consensi del previsto e il duello sarebbe stato tra Ratzinger e Bergoglio. Nel corso del 2006 ha ricevuto la laurea honoris causa in medicina dall’Università Vita-Salute San Raffaele e l’11 giugno 2006 in filosofia dall’Università Ebraica di Gerusalemme.

Il 29 luglio 2007 Martini in un’intervista sulle pagine culturali del quotidiano economico Il Sole 24 ore critica il motu proprio “Summorum Pontificum” con il quale papa Benedetto XVI ha liberalizzato la celebrazione della messa con il rito tridentino, apprezzando però «la volontà ecumenica a venire incontro a tutti» mostrata dal papa. Rientra in Italia, definitivamente, nel 2008 e si stabilisce presso l’Aloisianum di Gallarate, per poter curare il morbo di Parkinson di cui è affetto, malattia che rapidamente lo costringe al silenzio e all’immobilità. Nel marzo 2010, in tema alle vicende sulla pedofilia nella Chiesa cattolica, alcune agenzie e testate hanno riportato un suo pronunciamento favorevole al ripensamento dell’obbligo di celibato dei preti. In un comunicato diffuso però dall’arcidiocesi di Milano, egli ha smentito queste dichiarazioni, spiegando che anzi ritiene «una forzatura coniugare l’obbligo del celibato per i preti con gli scandali di violenza e abusi a sfondo sessuale».

Il 30 agosto 2012 l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, annuncia l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, invitando i fedeli dell’intera arcidiocesi e quanti hanno avuto modo di conoscerlo e l’hanno caro a pregare per lui. Rifiuta l’accanimento terapeutico, dunque la morte.


Redazione Stato@riproduzione riservata

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